Riassunto
Alcuni mesi dopo, Dorian è di nuovo a Londra e conversa con Lord Henry a casa dell’anziano. Sembra che Gray abbia deciso di cambiare strada. Henry gli dice che è perfetto così com’è e che è inutile cercare di cambiare, ma Dorian risponde che “in vita mia ho fatto troppe azioni tremende” e che “ieri ho cominciato quelle buone”. La sua cosiddetta “buona azione” è il trattamento riservato a Hetty, una giovane e bella contadina che gli ricorda Sibyl Vane. Lei si innamora di Dorian, ma lui, invece di approfittarsene e spezzarle il cuore, come faceva di solito, “ho preso la decisione di lasciarla simile a un fiore, così come l’avevo trovata”. Henry lo prende in giro e gli chiede se è sicuro che Hetty “non stia galleggiando in qualche stagno, come Ofelia, alla luce delle stelle”. Questo sconvolge Dorian, che vuole disperatamente credere nel valore delle sue buone intenzioni. La conversazione si sposta sulla sorte di Basil Hallward. La scomparsa del pittore, avvenuta sei settimane prima, è ancora sulla bocca di tutti, insieme al divorzio di Henry e al suicidio di Alan Campbell. Henry chiede a Gray di suonare Chopin per lui, perché “l’uomo col quale è scappata mia moglie sonava Chopin divinamente”. Al pianoforte, Dorian chiede con nonchalance cosa penserebbe Henry se gli dicesse che ha ucciso Basil. “Direi”, risponde, “che stai posando per un personaggio pel quale non sei tagliato”. Tali crimini, ritiene Henry, sono la specialità delle classi inferiori. Inoltre, Henry non può immaginare che Basil abbia fatto una fine così romantica, perché i suoi dipinti erano costantemente peggiorati negli anni successivi alla sua vile amicizia con Dorian. Il dipinto di Gray era, a quanto pare, il suo ultimo capolavoro. Henry crede che il quadro sia stato rubato molto tempo fa e Dorian sostiene di essersene dimenticato.
Henry coglie Dorian alla sprovvista parafrasando la Bibbia, chiedendogli: “che cosa guadagna un uomo [...] se acquista il mondo intero e perde l’anima sua?”. Quando Gray è sorpreso da questa affermazione, Henry si mette a ridere, raccontando di aver sentito un predicatore porre questa domanda alla folla durante una passeggiata nel parco in un giorno di pioggia. Henry descrive il suo divertimento per lo spettacolo della folla cupa in piedi sotto la pioggia, che ascolta “un cristiano trasandato con l’impermeabile addosso”. Pare che volesse dire al predicatore che “l’arte ha un’anima ma l’uomo no”. La leggerezza di Henry offende Dorian, che dice che “l’anima è una terribile realtà. [...] può essere avvelenata o resa perfetta”. Afferma di essere certo di questo fatto, al che Henry risponde: “allora dev’essere un’illusione. Le cose delle quali ci sentiamo assolutamente sicuri non sono mai vere”. Dorian inizia a suonare un notturno di Chopin, che colpisce molto Henry e lo spinge a parlare di romanticismo e di quanto sia stata squisita la vita di Gray. Questi è d’accordo, ma gli ricorda che ha voltato pagina e che non lo perdonerà mai per la sua influenza corruttrice. Uscendo, Henry invita Dorian a pranzo il giorno dopo e l’altro accetta con riluttanza.
Analisi
Quando racconta a Henry di Hetty, Dorian insiste sul fatto che “può vivere, come Perdita, nel suo giardino”, al che l’altro chiede “chi ti dice che in questo momento Hetty non stia galleggiando in qualche stagno, come Ofelia, alla luce delle stelle [...]?”. Questi sono entrambi personaggi shakespeariani (rispettivamente da Il racconto d’inverno e Amleto) che Sibyl era solita interpretare sul palcoscenico. Dorian ha già detto che Hetty gli ricorda Sibyl, che lui amava per tutti i personaggi che lei rappresentava per lui. Dorian ora cerca di riparare al trattamento riservatole in modo vicario, attraverso Hetty; pensa a lei come a Perdita, un personaggio che ha un lieto fine. L’allusione di Lord Henry al personaggio tragico di Ofelia è insopportabile per Dorian perché gli rammenta le reali circostanze della morte di Sibyl e la sua insensibile decisione di vederla come un dramma teatrale.
Shakespeare viene menzionato anche quando Henry si informa sullo stato del quadro di Basil. Mentre suona il pianoforte, Dorian dice che il dipinto gli ricorda alcuni versi dell’Amleto: “Come il dipinto di un’afflizione,/ Un volto senza un cuore”. Questi versi si ricollegano in modo diretto e toccante alla condizione di Dorian. Non si riferiscono solo al quadro, ma anche a lui stesso, che ora si sente ridotto a “un volto senza un cuore”. Quando Henry cerca di far uscire Dorian dal suo stato d’animo cupo con la frase “quando un uomo tratta artisticamente la propria vita, il suo cervello è il suo cuore”, Gray non fa che ripetere la citazione. È come se Dorian cercasse di comunicare velatamente a Henry la sua vera situazione. Ha già tentato, anche se senza successo, di confessare l’omicidio di Basil. È irrimediabilmente lontano anche dall’unico amico che gli è rimasto. Prima di uscire per tornare a casa, Dorian esita davanti alla porta, “come se avesse avuto qualche altra cosa da dire”, ma non lo fa, ulteriore indicazione della sua patetica solitudine.
Sebbene Henry si ritenga il migliore amico di Dorian, dice a quest’ultimo che, dopo tutti gli anni trascorsi insieme, “sei sempre lo stesso”. Questo ricorda che, nonostante la sua apparente saggezza, Lord Henry considera ancora tutto solo al valore nominale; per lui, l’apparire uguale e l’essere uguale sono la stessa cosa. Non ha la minima idea del vero degrado del carattere di Dorian.
Il commento precedente di Henry sul fatto che un uomo dovrebbe trattare “artisticamente la propria vita”, uno dei temi principali del libro, è meglio considerato insieme all’osservazione conclusiva della prefazione, secondo cui “tutta l’arte è perfettamente inutile”. Considerando che questa è l’opinione dell’autore, è chiaro che cercare di fare della propria esistenza un’opera d’arte non sarà molto gratificante per Dorian Gray.
Dorian osserva che Henry “una volta mi avvelenasti con un libro” e dice all’amico “promettimi che non presterai mai quel libro a nessuno; è nocivo”. Dorian ha fatto proprio quello che la prefazione mette in guardia quando dichiara che “tutta l’arte è [...] superficie” e che “coloro che penetrano al di sotto della superficie lo fanno a proprio rischio e pericolo”. È andato così profondamente sotto la superficie del libro da trasformarlo in una sorta di schema della propria vita. La corruzione della sua anima e la rovina della sua vita sono gli effetti di questo “pericolo” su Gray.