Riassunto
Nel corso degli anni successivi, Dorian diventa ossessionato dal libro regalatogli da Lord Henry. Compra diverse copie della “prima edizione e li fece rilegare in colori diversi, così che potessero accordarsi coi suoi vari stati d’animo”. Per Dorian, “il libro [...] pareva contenere la storia della sua vita, scritta prima ch’egli l’avesse vissuta”. Come il giovane eroe del libro, il protagonista inizia a immergersi in vari interessi, tra cui la religione, il misticismo, la musica, i gioielli, gli arazzi antichi e lo studio dei propri antenati. Dorian, tuttavia, è veloce nel cambiare ossessione quando qualcosa non lo interessa più, seguendo i capricci del suo desiderio con la passione di un artista. Si aggrappa con fervore a ogni ossessione del momento, studiandola e acquisendone quanti più esempi fantasiosi riesce a trovare. Compra abiti stravaganti ricoperti di centinaia di perle per alimentare il suo interesse per i gioielli e antichi arazzi dai fili d’oro per nutrire la sua curiosità per il ricamo. Tuttavia, non appena un determinato argomento si esaurisce nella sua mente, lo abbandona a favore del prossimo interesse. Per i successivi diciotto anni, il capriccio è uno stile di vita per Dorian. In effetti, il suo atteggiamento ricorda quello di Lord Henry: “per lui, certo, la vita in sé stessa era la prima e la più grande delle arti”. Per quanto Gray abbracci intensamente un tema, “nessuna teoria della vita gli pareva avere una qualche importanza rispetto alla vita stessa. Aveva profondamente coscienza della sterilità di ogni speculazione intellettuale che sia disgiunta dall’azione e dall’esperimento”. Gli “esperimenti” di Dorian sono spesso di natura sociale. Diventa famoso negli ambienti aristocratici londinesi per dettare tendenze, si veste all’ultima moda ed è considerato un giudice del buon gusto. I giovani uomini lo emulano e le giovani donne sono attratte da lui. Le persone con cui fa amicizia, tuttavia, vengono spesso distrutte e Dorian finisce per essere disprezzato tanto quanto è ammirato. Lord Henry sembra essere l’unico amico intimo che rimane accanto a lui nel corso degli anni. I pettegolezzi iniziano a seguire Dorian ovunque vada, divenendo famigerato, perfino spregevole, in alcuni circoli sociali. Tuttavia, rimane attraente e alla moda, continuando a venire ammirato per il suo gusto squisito. Per quanto la gente parli male di lui, la sua bellezza giovanile e l’innocenza fanciullesca del suo viso non mancano mai di fargli trovare nuovi amici.
Periodicamente Dorian si reca in soffitta per osservare la trasformazione del quadro, “chiedendosi a volte se fossero più orribili le impronte dell’età oppure quelle del peccato”. All’inizio, mentre il dipinto diventa sempre più brutto, in lui “crescevano [...] di pari passo l’amore per la propria bellezza e l’interessamento alla corruzione della propria anima”. Inizia perfino a deridere il ritratto. Col tempo, però, le varie ossessioni e le attività sociali diventano per lui un modo per sfuggire a ciò che sa essere la verità della sua anima.
Analisi
Questo capitolo dà inizio alla seconda metà del romanzo, in cui l’influenza di Lord Henry è pienamente sbocciata e Dorian è diventato una persona a sé stante, con i suoi interessi, le sue convinzioni e la sua notorietà nell’aristocrazia londinese. Dopo questa parte, il protagonista non è più un giovane corruttibile, ma un corruttore a tutti gli effetti. Si apprende che la personalità di Dorian, per quanto affascinante, è definita dalla capricciosità e dalla passione per i nuovi piaceri.
L’ossessione di Dorian per il libro di Lord Henry può essere interpretata in diversi modi. La trama gli ricorda la sua vita; l’eroe sé stesso. Il narratore cita “l’ultima parte del libro, con la sua descrizione veramente tragica [...] dell’angoscia e della disperazione di un uomo che aveva perduto quello che, in altrui e nel mondo, aveva apprezzato di più”. Questa è una descrizione appropriata anche per la fine di Dorian Gray. Resta tuttavia da chiedersi se il libro descriva per caso il carattere di Dorian o se lui stia cambiando per somigliare al protagonista del libro. Ancora una volta, Wilde sfuma la distinzione tra vita e arte.
Infatti, in questo capitolo si comprende che vita e arte sono intercambiabili per Dorian. Come Lord Henry, considera il piacere e il valore estetico più importanti di qualsiasi altra cosa. Per lui vale la pena fare qualsiasi esperienza nuova e piacevole, anche se questa danneggia gli altri. Il capitolo si chiude con l’affermazione: “v’erano momenti nei quali considerava il male semplicemente come un moto attraverso il quale tradurre in atto la sua concezione del Bello”. In questi momenti, Dorian è più degradato e la sua anima subisce la più grande sfigurazione.
Dorian raggiunge un punto in cui può essere felice solo quando dimentica il quadro in soffitta. Riesce a evitare di affrontarlo per settimane, ma come ogni tossicodipendente, non può costringersi a starne lontano per molto tempo. La corruzione della sua anima lo tormenta, ed egli sfugge a questo tormento abbandonandosi a vizi che aggravano la sua corruzione e lo tormentano ulteriormente. Questo circolo vizioso imita consapevolmente i modelli di astinenza e di maggiore dipendenza comunemente affrontati dai tossicodipendenti, analogia che diventa molto più esplicita nei capitoli successivi, quando veniamo a conoscenza della dipendenza di Dorian dall’oppio.
La lotta per negare l’assillante senso di colpa che prova di fronte al ritratto è alla base di tutte le azioni di Dorian, il che mette in discussione la natura della sua fervente passione per le sue imprese capricciose: è una persona appassionata per natura o la sua passione nasce dal disperato bisogno di occupare la mente con qualcosa di diverso dall’innegabile e mostruosa corruzione della sua anima?