Riassunto
Dorian si sveglia da un sonno privo di sogni e ricorda gradualmente i terribili eventi della notte precedente. Scrive una lettera per convocare Alan Campbell e manda il suo servitore a consegnarla. Nell’attesa, si distrae dal senso di colpa leggendo le poesie di un libro regalatogli da un certo Adrian Singleton e riflette sulla storia della sua amicizia con Alan Campbell.
I due uomini si sono incontrati per la prima volta a una festa. Alan è un uomo di scienza, un chimico, ma inizialmente i due hanno legato per il comune amore per la musica. Alan “era un giovane estremamente intelligente [...] benché quel po’ di senso che aveva della bellezza e della poesia lo dovesse interamente a Dorian”. Per un po’ di tempo i due sono stati inseparabili, ma per ragioni non precisate Alan ha iniziato ad abbandonare le feste ogni volta che Dorian si presentava e a rifiutarsi di parlargli o di interagire con lui in qualsiasi modo. Il chimico si è quindi quasi del tutto ritirato dalla società, immergendosi nei suoi esperimenti.
La lunga attesa assilla Dorian, ma alla fine Alan arriva. Gray gli parla cordialmente, ma il suo ospite è freddo, brusco e sospettoso verso le intenzioni del vecchio amico. Arrivato al dunque, Dorian gli dice che ha bisogno di lui per sbarazzarsi di un cadavere, frutto di un suicidio. Alan rifiuta e non vuole avere nulla a che fare con la situazione, né con Dorian. Questi, sperando di conquistare la simpatia di Alan, confessa che si tratta di un omicidio e dice che ha solo bisogno che lui finga di portare a termine un esperimento. È chiaro che Alan è determinato a resistere a tutte le tattiche di Dorian.
Con riluttanza, Dorian ricorre al ricatto, mostrandogli una lettera che promette di inviare se lo scienziato non accetta di aiutarlo. Alan cede alla “ignominia che gli era stata minacciata” e scrive una missiva per il suo assistente, specificando gli strumenti da portare subito a casa di Dorian. Gli attrezzi vengono consegnati e Gray congeda il suo servitore per la sera, affinché non si insospettisca.
I due uomini trasportano il pesante baule degli attrezzi al piano superiore. Dorian si rende conto che per la prima volta ha dimenticato di coprire il quadro prima di lasciare la soffitta. Si precipita a gettare il telo, ma prima di farlo nota il luccichio nauseante del sangue rosso sulle mani del suo alter ego. Il chimico arriva con il baule, si chiude in soffitta e si mette al lavoro. Verso le sette di sera, l’opera è compiuta. Il corpo di Basil è stato incenerito e Alan se ne va dicendo “non ci vedremo mai più”.
Analisi
Finora Alan Campbell e Adrian Singleton sono stati nominati nella lista dei nomi di coloro che Dorian ha corrotto, ma questo capitolo contiene il primo caso di interazione faccia a faccia con uno di loro. A parte Sibyl, i due sono le uniche persone a cui Dorian ha rovinato la vita che appaiono effettivamente nel libro. Ancora una volta, il narratore si rifiuta di precisare le ragioni del rancore che Alan mostra nei confronti di Dorian, o il contenuto della lettera di ricatto di Dorian, ma tali omissioni non fanno che accrescere la sensazione di quanto debbano essere state ignobili le trasgressioni. Si apprende che Alan non vuole più mostrarsi in pubblico e, nei capitoli precedenti, si comprende che anche Adrian è un emarginato. Le cause più probabili di questa vergogna - gli incontri omosessuali - sono però presenti solo tacitamente.
Quando Wilde stesso fu processato per accuse di sodomia negli anni successivi alla pubblicazione di questo libro, scrisse del “l’accento fatale che, simile a un filo di porpora, serpeggia attraverso la trama di Dorian Gray”*; era a casi come questi che Wilde si riferiva. Lo scrittore revisionò le edizioni successive del libro nel tentativo di ridurre la presenza di sfumature omosessuali, ma queste erano un aspetto troppo importante delle interazioni tra i personaggi principali per essere eliminate del tutto.
La cordialità di Dorian nei confronti di Alan al momento dell’arrivo dell’ospite è di facciata. La sua apparente riluttanza a ricattare l’uomo è falsa, indice del fatto che Gray trae piacere dal potere manipolatorio che ha su Alan. Questi non si lascia ingannare dalla falsa gentilezza di Dorian, ma non ha altra scelta che assecondare i suoi desideri. In tale interazione, si apprende quanto sia diventata raffinata la capacità di persuasione sociale di Dorian durante i diciotto anni trascurati nel capitolo 11. È stato un buon allievo di Lord Henry e ora eguaglia, o forse supera, i poteri di manipolazione dell’uomo più anziano.
La poesia che Dorian legge mentre aspetta Alan è significativa per diversi motivi. In primo luogo, è tratta da un libro regalatogli da Adrian Singleton. Dorian si affida al dono di un uomo che ha in qualche modo tradito per trovare conforto. I versi che ripete continuamente a sé stesso, “Devant une facade rose/ Sur le marbre d'un escalier”, sono tradotti come “Su una città dal volto rosso / Sul marmo di una scala”. Per Dorian, questi versi sembrano descrivere Venezia, che ha visitato con Basil. Il ricordo del pittore, tuttavia, lo porta solo a osservare: “Povero Basil! Che orribile fine era stata la sua!”. Dorian non è disposto ad ammettere apertamente di essere il diretto responsabile della sua morte. Infatti Dorian incolpa Basil per la sofferenza causata dal dipinto. Si tratta, ovviamente, di un comportamento altamente delirante. Sarebbe più sensato incolpare Lord Henry, il suo corruttore, ma anche questo sarebbe inesatto. Dorian stesso è responsabile di aver desiderato la realizzazione dell’incantesimo. Tuttavia, arrivati a questo punto, la genuina accettazione della responsabilità per i suoi misfatti è ben al di là delle capacità etiche di Gray.
* De profundis, Oscar Wilde, Prometheus Classics (2018), trad. di Adelina Manzotti Bignone, pag. 34.