Haldudo sostiene di voler bene ad Andrea, mentre in realtà vuole solo punirlo.
Don Chisciotte costringe il contadino Haldudo a giurare che pagherà il debito di sessantatré reali al suo servo Andrea. Haldudo sostiene che la somma è ridotta perché gli ha regalato tre paia di scarpe e due salassi. Il nobile risponde che le scarpe e i salassi sono stati causati dalle frustate che il suo servo ha ricevuto ingiustamente, poiché “se egli ruppe la pelle delle scarpe da voi pagate, voi gli avete rotta quella del corpo, e se il barbiere gli cavò sangue quand'era malato, voi gliel'avete cavato da sano: così che, da questo lato, non vi deve nulla”. Dopo la partenza di don Chisciotte il contadino frusta nuovamente Andrea e riprende le parole dell’hidalgo per prendere in giro il suo servo: “Però dal tanto bene che ti voglio, voglio aumentare il debito per aumentare il pagamento”. In questo caso “aumentare il pagamento” significa “spezzare il suo corpo e togliergli la salute”. Il suo commento è ironico, poiché è chiaro che non agisce con riconoscenza nei confronti del suo servo.
Il servo del padre di don Luigi sostiene che gli abiti e il luogo in cui il suo signore dorme sono adatti alla sua condizione, mentre sa che non lo sono affatto.
Uno dei servi del padre di don Luigi lo trova nel recinto di una locanda. Vedendo che il giovane nobile è vestito come un mulattiere e che dorme lì, lo rimprovera con parole ironiche: “Sì davvero, signor don Luigi, che è bene appropriato alla persona che siete il vestito che avete, e davvero il letto in cui vi trovo corrisponde alle comodità in cui vi ha allevato vostra madre”.
Il barbiere chiama don Chisciotte e Sancio Panza “egregi”, quando intende dimostrare che sono dei bugiardi.
Don Chisciotte afferma di aver vinto l’elmo di Mambrino in una guerra giusta e mostra l’oggetto davanti ai presenti della locanda per dimostrarlo. Il barbiere, al quale ha sottratto quella che in realtà è una catinella, scandalizzato, chiama ironicamente lui e il suo scudiero “egregi” per ridicolizzarli di fronte ai presenti: “«Che ne pensano le signorie vostre» disse il barbiere, «di quel che affermano questi egregi signori, in quanto si ostinano ancora a dire che questo non è un bacile, ma un elmo?»”
Il lettore sa che, in realtà, don Chisciotte sta combattendo contro i mulini a vento e non contro i giganti. (Ironia drammatica)
Quando don Chisciotte pensa di combattere contro i giganti (Capitolo 8), il lettore sa quello che il personaggio non sa: in realtà si tratta di mulini a vento. Questo provoca tensione nella storia, perché rende prevedibile, per lo spettatore, l’esito dell’azione per il protagonista.