Riassunto
Il giorno stesso dell’omicidio, Utterson si reca a casa di Jekyll, incontrandolo nel suo laboratorio: lì parlano della spiacevole notizia della morte di Carew, probabilmente ucciso da Hyde. Jekyll giura che non sta nascondendo Hyde e di avere “chiuso con lui, su questa terra”. Jekyll sostiene inoltre di aver ricevuto dall’uomo una lettera, che mostra a Utterson. Nella lettera, Hyde ringrazia Jekyll per la sua gentilezza e lo invita a non preoccuparsi per la sua sicurezza, dal momento che dispone di mezzi sicuri per mettersi in salvo. Jekyll non ha più la busta che conteneva la lettera perché dice di averla bruciata dopo che gli era stata recapitata a mano. Jekyll domanda a Utterson se può affidargli la lettera, preoccupato che la sua reputazione possa venire danneggiata qualora la consegnasse alla polizia. Utterson accetta e ammette a Jekyll di essere convinto che Hyde volesse ucciderlo, manifestando il suo sollievo per il fatto che si sia dato alla fuga. Prima di andarsene dalla casa, Utterson si ferma a parlare con Poole, il maggiordomo di Jekyll, e scopre che in realtà quel giorno non è stata consegnata alcuna lettera. Utterson inizia quindi nuovamente a insospettirsi.
Tornato al suo ufficio, Utterson riceve un invito a cena da parte di Jekyll. Quando viene recapitata questa lettera a Utterson, il suo assistente, Guest, intento a esaminare la lettera di Hyde, si rende subito conto che, nonostante le parole scritte da Hyde abbiano un’inclinazione diversa, le lettere sono state scritte dalla stessa persona. Utterson ipotizza perciò che Jekyll abbia falsificato una lettera per proteggere un assassino e gli si raggela il sangue.
Analisi
Buona parte di questo capitolo vede contrapporsi Utterson e Jekyll. Utterson rimane un gentiluomo vittoriano, che dà la priorità assoluta all’immagine e all’apparenza. Per proteggere la reputazione di Jekyll, infatti, gli fa visita per parlargli personalmente piuttosto che informare la polizia del rapporto tra lui e Hyde e far sì che siano le forze dell’ordine a condurre un interrogatorio. Anche quando scopre che la lettera di Hyde è quasi sicuramente un falso, Utterson evita di accusare Jekyll, così da proteggerlo. Jekyll, al contrario, mente a Utterson, difendendo Hyde con una lettera presumibilmente falsa. È qui che il lettore per la prima volta inizia a vedere l’ipocrisia del dottore: Jekyll sostiene di essere un uomo leale e onesto, quando in realtà è un bugiardo e un falsario.
Attraverso la descrizione dettagliata di Stevenson della residenza di Jekyll, il lettore scopre qualcosa di più sull’evoluzione del personaggio. Utterson descrive il laboratorio come dotato di “tre finestre, polverose e protette da inferriate”. Si tratta delle stesse finestre che un anno prima Enfield aveva descritto “pulite ma sempre chiuse”. Questo piccolo dettaglio fornisce uno scorcio sul mondo sempre più in rovina di Jekyll.
A questo punto del romanzo, è importante esaminare di cosa Utterson sospetti di Jekyll. Il dottore si sta chiaramente comportando in modo anormale, ma Utterson non ha capito che ciò è legato al fatto che il suo amico e Hyde sono la stessa persona. L’avvocato ipotizza invece che l’amico sia coinvolto in qualche crimine. Il giallo quindi continua, l’intrigo si sviluppa e l’influenza del sovrannaturale nel romanzo diventa sempre più forte. Buona parte della storia è scritta con un tono distaccato e pragmatico, ma, da questo punto in poi, le immagini sovrannaturali iniziano ad apparire sempre più spesso e il linguaggio di Stevenson si fa sempre più descrittivo e poetico. Questi cambiamenti contribuiscono ad aumentare la suspense del romanzo, e a condurre un incuriosito lettore alla scioccante conclusione.