Riassunto
Il romanzo comincia con due uomini, il signor Utterson, un avvocato tranquillo e rispettabile, e il suo lontano parente Richard Enfield, che passeggiano lungo un’affollata strada di Londra. Lungo il cammino, si imbattono in una porta al piano terra di un edificio, la cui vista spinge Enfield a raccontare una strana esperienza accaduta proprio in quella strada.
Enfield racconta che una notte, alle tre del mattino, stava camminando per Londra quando aveva visto un uomo deforme, che lui descrive utilizzando la parola “Juggernaut”, correre impetuosamente lungo la strada e calpestare con cattiveria una bambina di dieci anni che stava andando a chiamare un dottore. Dopo aver catturato l’uomo, Enfield, il dottore e la famiglia della bambina avevano deciso, invece di contattare la polizia, di ricattare l’uomo esigendo un risarcimento di cento sterline. Ben disposto ad accettare il ricatto, l’uomo si era dileguato nella stanza al di là della strana porta in cui Utterson e Enfield si sono imbattuti ed era ricomparso con dieci sterline d’oro e un assegno firmato da una terza persona molto rispettabile, il dottor Henry Jekyll. Temendo che l’assegno fosse contraffatto, il dottore, Enfield e la famiglia avevano costretto l’uomo a rimanere con loro fino all'apertura delle banche per poter incassare l'assegno. Quando le banche avevano aperto, Enfield vi aveva portato l’assegno scoprendo, con sua sorpresa, che era autentico. Enfield non aveva potuto fare a meno di pensare che l’uomo misterioso fosse entrato in possesso dell’assegno con il ricatto. Nel corso di tutta la sua narrazione, Enfield non nomina l’uomo misterioso se non quando Utterson glielo chiede espressamente se si trattasse di un certo signor Edward Hyde. Dopo essere rimasto per un po’ “immerso in riflessioni tutte sue”, Utterson chiede se l’uomo avesse usato una chiave per aprire la porta ed Enfield conferma. Dopodiché, i due uomini convengono di non parlare mai più dell’incidente.
Analisi
Il capitolo dà inizio in modo magistrale al romanzo che è in buona parte allegorico. La sua struttura è unica perché non è narrato interamente in prima persona, cosa che sarebbe stata possibile se fosse stato narrato solamente sotto forma di confessione, utilizzando il punto di vista di Jekyll. Stevenson opta deliberatamente per una narrazione suddivisa in tre parti distinte, la prima delle quali viene utilizzata in questo capitolo, in cui si trova la piacevole descrizione dei due personaggi principali, uniti da un lontano legame di parentela. Gli artifici strutturali e linguistici utilizzati da Stevenson creano la peculiare atmosfera di suspense controllata che circonda la storia. Il crescendo graduale di orrore e distruzione viene ottenuto attraverso un lento accumulo di dettagli crudi e asettici a partire da questo capitolo, dove il lettore viene a sapere del misterioso, tenebroso e violento Edward Hyde, in qualche modo legato a Jekyll. Il lettore non può far altro che supporre che i capitoli successivi riveleranno qualcosa di più sul conto di Hyde, Jekyll e Utterson.
Il noto tema alla base del romanzo è la dualità del bene e del male. L’opera di Stevenson, tuttavia, contiene anche un’analisi dell’ipocrisia rappresentata da Jekyll e Hyde. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è stato definito una delle migliori guide dell’Età Vittoriana per via delle sue pungenti descrizioni della sostanziale dicotomia del Diciannovesimo secolo: perbenismo da una parte e dissolutezza dall'altra. La prima vittima della crudeltà di Hyde è una bambina innocente, il che enfatizza immediatamente la corruzione morale del personaggio. La descrizione della strada dove si rifugia Hyde contribuisce a rinforzare la dualità della cultura vittoriana: viene descritta come una strada anonima di Londra, dove le vetrine dei negozi, vivaci come “due file di sorridenti commesse”, spiccano in contrasto con lo squallido quartiere circostante. A due porte dall’angolo della strada, si erge una cupa casa gotica, che “mostra[va] i segni di un prolungato e squallido abbandono”. Più avanti, si scopre che la misteriosa, minacciosa e sinistra porta di Hyde, che si apre su quell’edificio fatiscente, è in realtà un ingresso sul retro della ricca, rispettabile e grande villa del dottor Jekyll. Il tema della dualità è evidenziato anche dalla natura simbolica del nome Hyde, che rappresenta gli aspetti nascosti (dall’inglese "to hide", cioè "nascondere") della natura di Jekyll. Quando decide di trovare e parlare con Hyde nel secondo capitolo, Utterson, nell’originale inglese, dice che se quell’uomo è il signor Hyde, lui sarà il signor Seek (cioè "cercare").
Il primo capitolo rivela la pura malvagità di Hyde e presagisce i suoi futuri atti criminali. Enfield definisce l’uomo come “Satana in carne e ossa” e poco più avanti Hyde afferma che “un gentiluomo non desidera altro che evitare scandali”. Il fatto che Hyde affermi di essere un gentiluomo, specialmente dopo aver calpestato una bambina e averla lasciata a terra, è estremamente ironico. Con quel commento di Hyde, Stevenson fa riferimento alla frase “the devil is a gentleman” ( ossia “il diavolo è un gentiluomo”), tratta da Peter Bell the Third (1820). Al contrario, Utterson è presentato come il gentiluomo vittoriano per eccellenza, fedele ai suoi amici a qualunque costo. Utterson è inoltre un uomo incredibilmente razionale, sempre alla ricerca di risposte logiche che spieghino gli eventi che riguardano Jekyll e Hyde. L’approccio pragmatico di Utterson agli avvenimenti del romanzo è in netto contrasto con gli elementi sovrannaturali che verranno rivelati più avanti. È interessante notare la chiara assenza di personaggi femminili nella storia. L’unico personaggio femminile che il lettore incontra nel primo capitolo è la bambina del racconto di Enfield. Questo pattern di esclusione delle donne continua per tutto il romanzo, in cui l’azione è dominata da uomini, le cui vite sembrano indipendenti dall’influenza femminile.