Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde

Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde Riassunto e analisi di - Capitolo 2: In cerca del signor Hyde

Riassunto

La sera del giorno in cui ha passeggiato con Enfield, Utterson torna a casa ed esamina il testamento di Jekyll, che ricorda avesse strane disposizioni riguardanti il signor Hyde menzionato da Enfield. Il testamento prevede che, se Henry Jekyll fosse morto o scomparso, tutti i suoi beni sarebbero passati a Edward Hyde. Utterson si era sentito a disagio quando Jekyll aveva richiesto queste disposizioni e, ora che è venuto a conoscenza del comportamento spregevole di Hyde, l’avvocato è ancora più turbato dalla cosa. Dopo aver riflettuto sulle implicazioni del testamento alla luce di quanto gli è stato raccontato di Hyde, Utterson si reca dal dottor Lanyon, un altro caro amico di Jekyll. Quando i due uomini iniziano a parlare dell’amico, Utterson scopre che Lanyon non gli ha rivolto la parola per molto tempo, per via di un loro diverbio sulle “scempiaggini pseudoscientifiche” di Jekyll. Utterson scopre inoltre che Lanyon non ha mai sentito parlare di Hyde.

Dopo essersi congedato da Lanyon e una volta addormentatosi, Utterson viene perseguitato da spaventosi incubi sul malvagio Hyde, che appare senza volto: Utterson vede Hyde calpestare la bambina e successivamente lo vede accanto al letto di Jekyll, a cui ordina di alzarsi e ubbidirgli. Quando si sveglia, Utterson ragiona sul fatto che, se vedesse la faccia di Hyde, potrebbe comprendere le ragioni dietro l’amicizia del suo amico con l’uomo. Da quel momento in poi, Utterson inizia a frequentare le strade attorno alla porta misteriosa, in attesa di Hyde. Finalmente, una notte, Utterson si imbatte in lui, intento ad aprire la porta misteriosa. Utterson si presenta come amico di lunga data di Jekyll e gli chiede di fargli un favore, ossia di mostrargli il volto. Dopo averlo fatto, Hyde dà a Utterson un biglietto da visita con il suo indirizzo di casa e gli domanda come faccia a sapere di lui. Utterson gli risponde che lo ha riconosciuto grazie a una descrizione, sostenendo di avere amici in comune con Hyde, come per esempio Jekyll. Hyde ribatte con rabbia che sa per certo che Jekyll non gli ha mai detto nulla di lui e poi si dilegua all’interno dell’edificio.

Dopodiché, Utterson va a trovare Jekyll, ma Poole, il maggiordomo di Jekyll, gli riferisce che il dottore non è a casa. Anche grazie alla conversazione con Poole, Utterson capisce che la casa di Jekyll, dietro l’angolo rispetto alla porta misteriosa, si sviluppa a forma di L: la porta misteriosa è in realtà l’entrata della vecchia sala anatomica di Jekyll. Utterson scopre anche che Hyde non cena mai presso l’abitazione del dottore, ma vi fa spesso visita. Tornando verso casa, Utterson si convince che Hyde stia sicuramente ricattando il suo amico, probabilmente per via di qualche atto terribile da lui commesso in gioventù.

Analisi

In questo capitolo, Utterson inizia la sua investigazione, che andrà avanti per tutto il romanzo. Utterson va alla ricerca di Hyde e, dopo averlo incontrato, lo descrive come un uomo “pallido e con le proporzioni di un nano” che “dava un’impressione di deformità” e che parlava con “voce bassa, spezzata”. Utterson sottolinea inoltre che si era comportato nei suoi confronti “con un misto di perverso di timidezza e insolenza” e che Hyde ispira sensazioni di “disgusto, ribrezzo e paura”, anche se non riesce a capire esattamente il perché. L’avvocato lo definisce poi un troglodita, ossia un essere selvaggio e non evoluto, inferiore all’uomo. Al lettore viene quindi continuamente ricordato che Hyde è simile al diavolo, per quanto sia impossibile, per chiunque lo incontri, definire le esatte qualità del personaggio che suscitino in loro il terrore. Le persone per bene sanno, istintivamente, che Hyde è malvagio e moralmente corrotto. Per supportare questa loro percezione, Stevenson descrive spesso Hyde utilizzando termini legati al mondo animale, includendo immagini come la seguente: “Hyde trasalì, inspirando con una specie di sibilo”.

Utterson, nel corso di tutto il capitolo, mette in mostra il suo classico approccio razionale verso le sempre più strane questioni che gli si presentano davanti. Per collegare questo personaggio estremamente razionale ai temi sovrannaturali del romanzo, Stevenson inserisce una sequenza in cui Utterson fa una serie di incubi molto inquietanti correlati alle terribili azioni di Edward Hyde, che nel mondo onirico si presenta senza volto e simile a un mostro. Ogni volta che Utterson si riaddormenta, vede la figura di Hyde “insinuarsi furtiva dentro case addormentate, o sgusciare via a passi rapidi, sempre più rapidi, in un crescendo vertiginoso, attraverso i più vasti labirinti di una città illuminata da lampioni, travolgendo una bambina a ogni angolo di strada e lasciandosela urlante alle spalle”. Utterson è chiaramente incuriosito dalla relazione tra Hyde e Jekyll ed è convinto che siano legati da qualcosa di oscuro e inquietante. Tuttavia, Utterson si astiene dal considerare possibile una spiegazione sovrannaturale, come del resto ogni individuo razionale farebbe. L’ossessione di Utterson per Hyde permette di rivelare i peccati nascosti e i segreti imperanti nella Londra vittoriana.

La casa di Jekyll è descritta nel capitolo molto nel dettaglio. È una villa che “reca[va] i segni della ricchezza e degli agi” e che è connessa in segreto al laboratorio di Jekyll, la cui facciata appare trascurata e fatiscente e a cui si può accedere dalla strada tramite la misteriosa porta del primo capitolo. Il lettore scoprirà più avanti che il laboratorio è in realtà il luogo in cui Jekyll si trasforma in Hyde. Le due aree della casa sono quindi legate in modo evidente ai loro rispettivi occupanti. Il rispettabile Jekyll vive nella villa curata e ricca, mentre il malvagio Hyde si rifugia nel laboratorio diroccato e trascurato.