Questo capitolo segna il principio della svolta all’interno della vicenda di Vitangelo perché egli inizia a compiere delle “pazzie per forza”, per dimostrare a se stesso e agli altri di essere il contrario di ciò che si credeva fosse. Gli agnelli sacrificali di questo suo tentativo saranno i coniugi di Dio, le prime vittime: “[...] designate all’esperimento della distruzione d’un Moscarda”. Vitangelo infatti inizia a rifiutare il suo cognome, dal suono così sgradevole; non amare il suo aspetto, ma deve rassegnarsi; egli non si è affatto costruito da sé perché la sua identità è solo un’illusione. Vitangelo scopre di essere una figura dai contorni sfuocati che nella vita non ha fatto altro che arrancare e, desiderando ardentemente di analizzare la propria esistenza e scoprire verità che ignorava, giunge a vedere la propria figura paterna da un nuovo, e singolare, punto di vista: “Vidi allora mio padre come non l’avevo mai visto”. Ora assume consapevolezza della spietata fama di cui la sua famiglia vantava agli occhi dell’intero paese e di come, paradossalmente, lui fosse ancora più odiato del padre poiché, per lo meno, quest’ultimo lavorava e non aveva mai vissuto di agio e di rendita come, invece, il meschino “figlio dell’usuraio” faceva, al quale unico appannaggio richiesto è l’ozio, un “ozio feroce” formatosi dalla spietata mansione paterna. Rivelata l’identità con cui gli altri lo riconoscono, Vitangelo comprende come il suo io sia considerevolmente determinato da un passato — i trascorsi di suo padre in quanto uomo d’affari e usuraio — di cui non ha chiara cognizione. Tutti a Richieri lo associano al padre, nonostante il loro rapporto non sia mai stato amorevole o premuroso perché Vitangelo era incapace di sostenere qualsiasi tipo di confronto con la figura paterna, continuamente pronta a deriderlo e biasimarlo. Se dunque il padre era ritratto come autoritario e imponente, anche nell’aspetto fisico (“Alto, grasso, calvo […] barba folta, così rossa e così fortemente radicata che gli scoloriva le gote […] i grossi baffi un po’ ingialliti nel mezzo”), il figlio era viceversa distratto, inetto, privo di qualsiasi intraprendenza e prontezza.