Molti dei temi e dei motivi presenti ne La dodicesima notte derivano dal fatto che l’opera fu scritta per la festività della Dodicesima notte, nota anche come vigilia dell’Epifania. Si tratta di una festa cristiana che ricorre l’ultima notte dei Dodici giorni di Natale. Sebbene la festa abbia molte varianti in tutto il mondo, nell’Inghilterra di Shakespeare la Dodicesima notte era un’occasione per mangiare, bere e divertirsi in generale. Spesso il divertimento si presentava sotto forma di assurdità e di inversione dei ruoli, con persone che si vestivano come il loro opposto, sia che si trattasse di sesso o di status sociale. Sebbene la commedia non riguardi la festività in sé, opera nello spirito dei festeggiamenti della Dodicesima notte, mostrando l’inversione dei ruoli di genere attraverso i personaggi di Viola (che si veste da uomo) e di Olivia (la cui audacia le permette di calarsi nel tradizionale ruolo maschile di aggressore). Fa anche spazio a un’inversione della gerarchia sociale nel personaggio di Malvolio, un servo convinto di poter diventare un nobile, cosa che il pubblico della prima età moderna avrebbe riconosciuto come impossibile. La storia della composizione de La dodicesima notte è scarsa, quindi non si sa se sia stata scritta come rappresentazione dell’omonima festività. La prima produzione conosciuta dell’opera è quella della Candelora, nel febbraio del 1602, un’altra festività a cui la Dodicesima notte viene spesso associata. Indipendentemente dal fatto che la commedia sia stata scritta esplicitamente per la festività, tuttavia, i critici hanno a lungo interpretato i suoi temi principali attraverso il contesto storico, sostenendo che la commedia abbracci lo spirito burrascoso della festività e fornisca al contempo un commento perspicace sul genere e sulla società della prima età moderna.