La dodicesima notte è una delle commedie di Shakespeare più frequentemente rappresentate ed ebbe successo già quando l’autore era in vita. La prima testimonianza della rappresentazione dell’opera è contenuta in un diario scritto all’inizio del 1602, che la cita e ne espone la trama di base. Si ritiene che l’opera fosse stata scritta nel 1601, non molto tempo dopo il completamento di Amleto. Nonostante il successo iniziale, fu rappresentata raramente alla fine del XVII secolo e questa impopolarità continuò fino alla metà del XVIII secolo, quando fu ripresa e ottenne modesta popolarità fino al XIX secolo, periodo in cui cominciò invece a riscuotere un successo maggiore. Una produzione di successo dell’inizio del XIX secolo aggiunse un gran numero di canzoni e di scene divertenti tratte da altre opere di Shakespeare: fu incluso persino il masque del fidanzamento tratto da La Tempesta, che sembra del tutto fuori luogo in un’opera come La dodicesima notte. La prima rappresentazione internazionale dell’opera avvenne a New York nel 1804 e nel 1865 andò in scena la prima produzione conosciuta dell’opera con un’unica attrice che interpretava i ruoli di Sebastian e Viola. Naturalmente questo sviluppo richiede una certa alterazione del testo, ma l’esperimento fu in seguito copiato da Jean Anouilh, che adattò l’opera per il pubblico francese. Fino all’inizio del XX secolo l’opera fu messa in scena secondo uno stile prettamente vittoriano. A volte, per l’opera venivano costruite elaborate scenografie all’aperto, con il vantaggio di essere molto belle, ma con lo svantaggio di dover svolgere tutta l’azione in quell’unico ambiente. Gli aspetti più cupi e malinconici dell’opera venivano ignorati a favore di un marcato umorismo e di scene comiche e solo nel XX secolo le produzioni enfatizzarono gli aspetti tragici e agrodolci dell’opera, mostrando grandi progressi per quanto riguarda l’approfondimento della psicologia dei personaggi.
Sebbene il titolo dell’opera sia La dodicesima notte, non è certo che questo titolo significhi che la commedia si svolga nella “dodicesima notte” stessa, ovvero il dodicesimo giorno dopo Natale. All’interno della commedia ci sono riferimenti al Natale, in quanto Sir Toby tenta, da ubriaco, di intonare qualcosa che assomiglia alla canzone “Twelve Days of Christmas”. Dal punto di vista tematico ci sono legami con questo periodo di festeggiamenti e baldoria: i bagordi, gli scherzi e l’allegria all’interno della commedia ricordano le attività caratteristiche della dodicesima notte, che era il culmine della stagione natalizia e un momento di grande festa. Alcuni registi presero il titolo alla lettera e prestarono molta attenzione ai rituali elisabettiani legati alla dodicesima notte, mentre altri lo ignorarono completamente e ambientarono la commedia nell’assolato Mediterraneo, dove si trova la storica Illiria.
L’annotazione del diario che registra una rappresentazione dell’opera nel 1602 la paragona anche a La commedia degli errori e a una commedia italiana intitolata Gl’inganni. Le commedie italiane del XVI secolo con questo titolo che sono giunte ai nostri giorni sono tante e tutte presentano la stessa trama di base de La dodicesima notte: una donna si traveste da paggio e corteggia una donna per il suo padrone, di cui è innamorata, ma la donna si innamora di lei e sposa per sbaglio il suo fratello gemello. La storia è stata inserita anche in due opere in prosa inglesi, una scritta da Barnaby Riche nel 1581 e l’altra da Emanuel Forde nel 1598.
In una delle versioni italiane della commedia, l’eroina assume il nome di “Cesare” quando è travestita, il che potrebbe essere all’origine del nome scelto da Viola, cioè “Cesario”. Vi è una differenza cruciale nelle trame delle versioni italiane: l’eroina sceglie di servire un amante che l’aveva rifiutata, quindi il rischio di essere riconosciuta è ancora maggiore. Tuttavia, è la versione di Riche ad avvicinarsi più delle versioni italiane a ciò che Shakespeare rappresenta ne La dodicesima notte, in termini di situazioni specifiche e reazioni dei personaggi che interagiscono nel corso della storia. Tuttavia, la versione di Riche non è altrettanto innocente nel modo in cui viene affrontato lo scambio dei gemelli: il personaggio di Viola rivela il suo sesso togliendosi i vestiti davanti a Olivia, e l’Olivia della sua opera, invece di sposare il gemello di Viola, rimane incinta di lui e viene coinvolta in un’altra situazione di confusione. Tuttavia, la rappresentazione di Forde della relazione tra Orsino (Pollipus) e Viola (Violetta) è la più vicina a quella di Shakespeare, nella tenerezza e nella devozione che si sviluppano tra i due personaggi prima che Violetta abbandoni il suo travestimento e si riveli come donna.
È quasi certo che Shakespeare avesse preso elementi della trama e del personaggio dall’opera italiana Gl’inganni e dalla successiva rielaborazione di Riche e Forde di questa narrazione piuttosto nota; tuttavia, Shakespeare riuscì a prendere in prestito elementi delle sue precedenti commedie degli scambi di persona, come I due gentiluomini di Verona e La commedia degli errori. Ne I due gentiluomini, Giulia segue il suo amore Proteo, travestito da paggio, e quando lui si innamora di un’altra donna lei lo corteggia per conto suo. La donna che corteggia, però, non si innamora di lei come fa invece Olivia con Viola. Anche La commedia degli errori è una fonte per La dodicesima notte, per via dell’uso dei gemelli e dello scambio di identità nella trama; la differenza principale è che i gemelli de La dodicesima notte sono un maschio e una femmina e quindi non sono completamente identici, anche se la loro somiglianza è usata come espediente nella trama.
Il testo della commedia comparve per la prima volta nel First Folio dell’opera di Shakespeare, pubblicato nel 1623. A differenza de La tempesta, ci sono poche discrepanze apparenti tra quello che doveva essere il testo originale di Shakespeare e quello pubblicato: il testo non sembra essere la trascrizione di una rappresentazione, come probabilmente era il testo del Folio de La tempesta. Ci sono alcune prove che il testo fosse stato modificato da Shakespeare stesso dopo la prima rappresentazione: Viola avrebbe cantato una canzone in una prima versione, che fu tagliata e sostituita con la storia di una sorella immaginaria, che ha un impatto emotivo maggiore. Inoltre, la discrepanza nel titolo di Orsino, tra Conte e Duca, sembra essere stata modificata dopo una prima rappresentazione, e l’improvvisa sostituzione di Fabian con Feste sembra fatta in modo piuttosto grossolano, qualche tempo dopo il 1602, in modo che Feste potesse agire più come un commentatore ironico che come un semplice simpatico complice. Il testo della commedia che è giunto fino a noi, tuttavia, sembra essere molto vicino alla visione originale di Shakespeare e rispecchia fedelmente il testo originale, più le aggiunte e le revisioni successive.