Il vecchio e il mare

Il vecchio e il mare Riassunto e analisi di - Pagine 46-57

Riassunto

Mentre il sole tramonta di nuovo, Santiago lega i remi di traverso sulla poppa per aumentare la resistenza della barca. Osservando il cielo notturno, il vecchio chiama le stelle sue amiche e dice: “Anche il pesce è mio amico […]. Non ho mai visto un pesce simile e non ne ho mai sentito parlare. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle”. Dopo questa considerazione, Santiago inizia a dispiacersi ancora una volta per il pesce e giunge alla conclusione che le persone che compreranno la sua carne non saranno degne di mangiare di tale nobile animale.

Richiamando alla mente il suo sfinimento, il vecchio decide che deve dormire un po’ se vuole uccidere il marlin. Taglia a pezzi la lampuga che aveva pescato per evitare che vada a male e ne mangia una parte, prima di escogitare un modo per addormentarsi. Santiago si avvolge la lenza attorno al corpo e si addossa con tutto il peso al legno della prua per ancorarsi, appoggiando la mano sinistra sopra la lenza così da essere svegliato nel caso il marlin cambi direzione.

Ben presto il vecchio si addormenta. Sogna un banco di delfini, come la coppia di delfini che era arrivata a confortarlo nella sua solitudine. Sogna anche la sua casa al villaggio e che aveva il braccio destro addormentato (anche se, in realtà, questa è la parte di lui ancora sveglia, in attesa di essere strattonata dalla lenza). Infine, sogna i leoni della sua giovinezza sulla spiaggia africana e si sente felice.Santiago viene svegliato dalla lenza che fila via veloce nella mano destra.

Il marlin salta fuori dall’acqua e il vecchio non può fare altro che aggrapparsi alla lenza, che ora gli taglia la mano malamente e lo scaraventa contro la prua. Il vecchio non sente la mano sinistra, quindi per lui è difficile fermare la corsa della lenza con la sola mano destra.

Ciononostante, Santiago trova il suo equilibrio e si rende conto che il marlin si è riempito d’aria le sacche dorsali e non può scendere in profondità a morire. Il marlin si metterà a girare e poi avrà inizio la fase finale. Il vecchio non può vedere il marlin, ma può sentirlo saltare fuori dall’acqua. Santiago si toglie dalla faccia la carne della lampuga, perché ha paura che gli venga la nausea e, vomitando, possa perdere le forze di cui ha bisogno per lottare contro il marlin.

All’alba, il marlin compie un giro molto largo. Santiago tiene con forza la lenza, tirandola dolcemente quando il marlin gira. Santiago pensa: “Ogni volta lo sforzo accorcerà il giro. Forse tra un’ora lo vedrò. Ora devo soggiogarlo e poi devo ucciderlo”. Santiago si sente svenire e teme che questa estenuante lotta si concluda con il suo fallimento. Ma prega Dio dicendo che reciterà le preghiere più tardi, se solo gli verrà concessa la forza necessaria per sconfiggere il marlin.

Santiago continua a tirare il pesce, finché il marlin non colpisce il terminale con il rostro, recuperando un po’ di lenza. Alla fine, il marlin smette di sbattere contro il terminale e Santiago guadagna la lenza che aveva perso. Al terzo giro, Santiago vede il pesce e rimane stupito dalle sue dimensioni. Prepara l’arpione e tira ancora un po’ la lenza.

Analisi

In questa sezione, anziché preoccuparsi esclusivamente del proprio valore nell’uccidere il marlin, Santiago si preoccupa delle persone che compreranno e mangeranno la carne del marlin, domandandosi se saranno degne di farlo. “Ma saranno degne di mangiarlo? No, certo che no. Nessuno è degno di mangiarlo, a giudicare dal suo comportamento e dalla sua grande dignità”. L’estensione dell’indegnità dall’assassino ai consumatori sottolinea quanto inferiori vengano considerate da Santiago le persone rispetto ai grandi animali come il marlin. Lui può dimostrare il proprio valore sopportando questa sua lotta, mentre le persone che lavorano nel mercato del pesce non hanno alcuna possibilità di mettersi alla prova.

In questa sezione emerge anche il tema dell’unità. Se prima questo tema aveva assunto la forma dell’identificazione di Santiago con il mare e le sue creature, ora il vecchio estende la portata della sua identificazione includendo i corpi celesti visti come suoi fratelli. In diverse occasioni, rivendica la fratellanza con le stelle e giustifica il suo bisogno di dormire prendendo in considerazione il comportamento della luna, del sole e dell’oceano. Infatti pensa: “La mia mente è abbastanza chiara, pensò. Troppo chiara. È chiara come le stelle che sono miei fratelli. E però devo dormire. Loro dormono e la luna e il sole dormono e anche l’oceano dorme a volte in certi giorni senza corrente quando c’è calma piatta”. Questa identificazione più ampia mette in risalto l’unità della vita umana con la natura nella sua totalità.

Quando finalmente riesce ad addormentarsi, Santiago sogna “un immenso banco di delfini che si estendeva per dieci o quindici chilometri ed era il periodo dell’accoppiamento e i delfini facevano grandi balzi nell’aria e ricadevano nello stesso buco che avevano aperto nell’acqua saltando”. L’immagine è chiaramente sessuale ed enfatizza il carattere femminile del mare di cui parla Santiago nella prima sezione. È la stagione dell’accoppiamento e i delfini – simboli fallici per eccellenza – entrano ed escono dallo stesso buco – simbolo per eccellenza della yoni – nell’oceano, che già sappiamo essere femminile.

La religione di Santiago viene messa in evidenza quando il vecchio prega Dio affinché lo aiuti a catturare il pesce. Tuttavia, egli dà priorità alla battaglia con il marlin rispetto alla necessità di pregare in quel preciso istante, e conclude: “Reciterò cento paternostri e cento avemarie. Ma non posso recitarli adesso”. Questi tipi di preghiere ripetute meccanicamente sono solitamente recitati dai cattolici come penitenza dopo aver commesso dei peccati. Questo impegnarsi a dirle più tardi riflette la visione che Santiago ha di sé stesso, ovvero di colui che ha commesso peccato nei confronti del pesce.

Come Cristo ha resistito alle tentazioni del diavolo, così Santiago resiste alla tentazione di cedere alla stanchezza mentre lotta contro il marlin. “Provava la forte tentazione di riposarsi a prua e lasciare che il pesce facesse un giro da solo senza recuperare lenza”. Ma si è impegnato a sconfiggere il pesce, a dimostrare che la sua forza è più salda, e pensa: “Lui verrà su presto e io posso resistere. Devi resistere. Non parlarne nemmeno”.