Il vecchio e il mare

Il vecchio e il mare Riassunto e analisi di - Pagine 12-24

Riassunto

Quando Manolin torna alla capanna, sveglia Santiago. I due consumano il cibo portato dal ragazzo. Mentre mangiano, il ragazzo si rende conto dello squallore in cui vive il vecchio e ricorda a sé stesso di portargli una camicia, delle scarpe, una giacca e una coperta per l’inverno. I due parlano ancora di baseball, concentrandosi, come al solito, su Joe DiMaggio. Parlando di grandi star del baseball, il ragazzo si rivolge al vecchio definendolo il pescatore più bravo. Santiago accetta il complimento ma smentisce l’affermazione di Manolin, sottolineando che conosce pescatori migliori di lui. Il ragazzo se ne va per essere svegliato la mattina seguente dal vecchio. Santiago dorme.

Santiago sogna l’Africa, dove viaggiò mentre lavorava come marinaio, durante la sua giovinezza. “Ora viveva lungo quella costa tutte le notti e nei sogni udiva il rombo dei frangenti e vedeva le imbarcazioni indigene che li solcavano. […] Ora sognava solo luoghi e i leoni sulla spiaggia”. Il vecchio si sveglia e recupera il ragazzo dalla sua abitazione. I due trasportano l’attrezzatura del vecchio dalla sua capanna alla barca, e poi si gustano un caffè in un locale che serve i pescatori all’alba. Il ragazzo va a prendere le sardine per il vecchio. Quando torna, augura buona fortuna al vecchio e Santiago esce in mare.

Santiago si allontana dalla riva la mattina presto, prima dell’alba. “Il vecchio sapeva che stava andando al largo e si lasciò alle spalle l’odore della terraferma e remò verso l’odore pulito dell’oceano al mattino presto”. Santiago rema sopra il “grande pozzo” , un’improvvisa fossa di settecento braccia dove si radunano gamberetti, pesci foraggio e calamari. Proseguendo il viaggio, Santiago avvista pesci volanti e uccelli, esprimendo compassione per gli ultimi. Si domanda: “Perché hanno fatto uccelli piccoli e delicati come quelle rondini di mare quando l’oceano può essere tanto crudele? È generoso e bellissimo. Ma può diventare crudele all’improvviso […]”.

Mentre gli altri pescatori, quelli che usavano boe come galleggianti per le loro lenze e barche a motore, pensavano al mare come a un avversario o addirittura a un nemico maschile, Santiago “lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori, e che se si comportava in modo brutale e spietato era perché non poteva farne a meno”. Santiago continua a spingersi al largo, oltre il grande pozzo dove di recente non ha pescato nulla. Pesca là fuori dove ci sono banchi di tombarelli e alalunghe, nella speranza che insieme a loro ci sia un pesce grosso.

Prima che faccia del tutto chiaro, Santiago cala le esche senza lasciarle andare in corrente. Vuole sapere con precisione dove si trovano i suoi ami. Santiago pensa: “[…] le tengo con precisione. Solo che non ho più fortuna. Ma chissà? Forse oggi. Ogni giorno è un nuovo giorno. È meglio essere fortunati. Ma io preferisco essere scrupoloso. Così quando arriva la fortuna sei pronto”.

Santiago vede una fregata sopra la sua testa e nota che l’uccello ha individuato qualcosa nell’acqua. Il vecchio si avvicina al punto in cui volteggia l’uccello e cala le sue lenze in acqua, nella speranza di catturare il pesce avvistato dalla fregata. Un grande banco di lampughe nuota veloce, troppo veloce perché l’uccello o Santiago possa catturarle. Il vecchio prosegue oltre, sperando di catturare un pesce rimasto indietro o, addirittura, di scovare un marlin che segue il banco.

Una caravella portoghese si avvicina alla barca. Il vecchio ricorda di essere stato punto dalla caravella portoghese in passato e, allo stesso tempo, ricorda con piacere di aver assistito alla loro distruzione. Egli afferma: “Le bolle iridescenti erano bellissime. Ma erano la cosa più falsa del mare e al vecchio piaceva vedere le grandi tartarughe marine che le mangiavano”. Avendo lavorato per molti anni sulle barche che pescavano tartarughe, Santiago esprime empatia per questi animali: “Molti sono senza cuore con le tartarughe perché il cuore di una tartaruga continua a battere per ore dopo che è stata tagliata a pezzi e macellata. […] anch’io ho un cuore così e mani e piedi simili ai loro”.

Analisi

Si riscontra un’interessante ironia nell’inversione di ruoli tra la guida paternalistica Santiago e l’allievo Manolin. Mentre Santiago si prende cura di Manolin in mare, insegnandogli a pescare, Manolin si prende cura di Santiago sulla terraferma, assicurandosi, per esempio, che il vecchio mangi. Quando Santiago vuole uscire a pescare senza prima aver mangiato, Manolin assume un tono paternalistico: “Non andrai a pesca senza mangiare finché io vivo”. Al che il vecchio risponde scherzosamente: “Allora vivi a lungo e riguardati”. Questa inversione determina l’impostazione della narrazione seguente, facendo tornare il vecchio Santiago di nuovo giovane, pronto ad accogliere la saggezza di questa ricerca. Il sogno quasi infantile di Santiago di leoni giocosi sulla spiaggia – simboli di forza e virilità maschile – è anche un segno della sua seconda giovinezza.

Inoltre, il sogno dei leoni sulla costa africana richiama l’attenzione sulla storia personale di Santiago, in quanto spagnolo delle Isole Canarie. Santiago è il nome spagnolo per Giacomo, il santo patrono della Spagna. Come Santiago, anche Giacomo fu un pescatore, prima di rispondere alla chiamata di Cristo diventando pescatore di uomini; e fu proprio lui a portare il cristianesimo in Spagna. Questo parallelismo, inoltre, proietta un’aura religiosa intorno alla figura di Santiago e alla sua successiva lotta.

La natura di questi valori non è molto chiara, specialmente a questo punto del libro, ma Hemingway offre alcuni indizi. C’è, come sempre in Hemingway, un premio assegnato alla mascolinità e agli obblighi della virilità. Quando Santiago sveglia Manolin per aiutarlo a scendere dal letto, il ragazzo assonnato dice semplicemente: “Qué va […]. Un uomo deve fare il suo dovere”. L’accettazione degli obblighi risulta quindi essere segno di virilità, un concetto che Hemingway approfondirà nel corso del romanzo.

L’uscita di Santiago in mare è una dimostrazione eccellente dell’arte descrittiva di Hemingway con il suo coinvolgimento di vari sensi. All’inizio, c’è l’olfatto: “Il vecchio sapeva che stava andando al largo e si lasciò alle spalle l’odore della terraferma e remò verso l’odore pulito dell’oceano al mattino presto”. Poi, è il turno della vista: “Vide la fosforescenza dei sargassi nell’acqua”. E infine, l’udito: “[…] udiva il suono vibrante dei pesci volanti che uscivano dall’acqua”. L’utilizzo di diverse immagini sensoriali contribuisce a creare una potente descrizione del mare. Come potrebbe suggerire il titolo del romanzo, il mare è destinato a giocare un ruolo importante all’interno della narrazione, e la splendida introduzione del mare fatta da Hemingway – ricordando la descrizione di Santiago all’inizio del romanzo, nella sua sostenuta bellezza – è segno di quell’importanza.

La visione di genere del mare suggerisce una concezione alternativa di unità, unità di maschile e femminile. Dal momento che sulle descrizioni dei pescatori che parlano del mare al maschile viene gettata una luce negativa, si potrebbe pensare che la storia è il ripudio di un mondo omosociale di mascolinità competitiva. Uomo e uomo produrranno sempre conflitti; uomo e donna – Santiago e il mare – si completano a vicenda e creano un’unità pacifica. Tuttavia, la rappresentazione del femminile in un contesto così astratto rende problematico questo giudizio, soprattutto quando l’unica donna in carne e ossa, la turista alla fine del romanzo, dovrebbe sconvolgerci.

L’affermazione di Santiago secondo la quale i suoi occhi si adattano al sole durante i vari momenti della giornata costituisce un ulteriore esempio dell’importanza della vista e dell’immaginario visivo all’interno del romanzo. Santiago pensa: “Il sole del primo mattino mi ha sempre fatto male agli occhi, pensò il vecchio. Eppure sono ancora buoni. La sera posso guardare dritto nel sole senza vedere nero. È anche più forte, la sera. Ma al mattino è doloroso”. Se si paragonano i cicli temporali della natura alle varie fasi dell’età umana – per esempio, settembre visto come l’autunno della vita – è plausibile leggere questo passaggio come l’affermazione del potere edificante dell’età. Mentre è difficile trovare la propria strada nel mattino della giovinezza, questo compito risulta più semplice se svolto da chi ha attraversato il giorno per approdare alla sera della vita.