Il Grande Gatsby

Il Grande Gatsby Riassunto e analisi di - Capitolo 2

Riassunto

Il secondo capitolo inizia con una descrizione della valle delle ceneri, una tetra e brulla terra desolata, a metà strada tra il West Egg e New York. Da un grande cartellone pubblicitario due enormi occhi rimuginano sulla valle; si tratta degli occhi del Dott. T.J. Eckleburg, un oculista che da tempo non lavora più.

Tom Buchanan porta Nick al garage di George Wilson, che si trova ai margini della valle delle ceneri. La moglie di Wilson, Myrtle, è la donna con cui Tom ha una relazione. Tom obbliga sia Myrtle che Nick ad accompagnarlo in città; lì, nell’appartamento dove Tom consuma la sua storia clandestina, partecipano a una chiassosa e volgare festa insieme alla sorella di Myrtle, Catherine, e a una ripugnante coppia, i McKee. Il gruppo spettegola su Gatsby: Catherine afferma che è in qualche modo imparentato con il kaiser Guglielmo, il tanto disprezzato imperatore della Germania durante la Prima Guerra Mondiale. Ben presto tutti sono ubriachi; Myrtle diviene sempre più chiacchierona e sboccata. Poco dopo Tom le regala un cucciolo di cane e lei inizia a ripetere il nome di Daisy per irritare Tom. Lui le dice che non ha il diritto di pronunciare il nome di Daisy ma lei continua a stuzzicarlo e alla fine lui le rompe il naso.

Analisi

La strada che va da West Egg a New York è un esempio di decadenza: è la valle delle ceneri, un luogo di ininterrotta desolazione. Gli occhi del Dott. T.J. Eckleburg sono un’immagine permanentemente grottesca: si tratta di occhi che non appartengono a nessun viso o corpo, fissano l’infernale landa desolata. La descrizione che Fitzgerald fa del ponte levatoio e delle imbarcazioni che passano allude al fiume Stige, un corso d’acqua mitologico che si attraversava per entrare nel regno dei morti. Gli occhi del Dott. T.J. Eckleburg sembrano essere una parodia mostruosa degli occhi di Dio; guardano ma non vedono, sono senza cuore e totalmente ignari. Come nella scena in cui Gatsby si protende verso la luce verde, anche in questo caso viene data priorità al simbolismo rispetto alle esigenze del realismo: al lettore viene mostrata l’immagine inverosimile ma efficace di due occhi indifferenti che posano lo sguardo su polvere e ceneri.

Gli unici personaggi non benestanti del romanzo vivono nella valle delle ceneri, il lato nascosto dell’edonismo di East e West Egg e di New York. Lo scoraggiato marito di Myrtle sembra essere fatto di ceneri; una polvere cinerea copre i suoi abiti e i suoi capelli. Fitzgerald rappresenta la povertà come se si trovasse fisicamente al di sotto della ricchezza e venisse utilizzata dai ricchi come discarica. È quello che i ricchi desiderano evitare di vedere a tutti i costi.

Rispetto a Daisy Buchanan, Myrtle Wilson è sensuale e vitale. Se Daisy indossa pallidi abiti bianchi, Myrtle si veste con abiti dai colori intensi e le sue labbra sono rosse. Mentre Daisy è artificiosa e senza sostanza, Myrtle è diretta, in carne e quasi grezza. Fitzgerald rappresenta la sua forte femminilità con seni sodi e fianchi larghi.

Alla festa di Tom i personaggi assumono un comportamento volgare e cafone: Myrtle legge delle riviste scandalistiche; insieme alla sorella spettegolano spietatamente su Gatsby e l’una sull’altra; il signor McKee non dice di essere un artista ma afferma di essere nel “campo dell’arte”.

I vestiti giocano un ruolo importante nell’evoluzione dei personaggi e riflettono sia l’umore che la loro personalità, enfatizzandone anche la superficialità. Quando Myrtle passa a un abito color crema perde parte della sua vitalità. Come Daisy, anche lei diventa più finta e il suo modo di ridere, i suoi gesti, il suo modo di parlare si fanno artificiosi.

Questo capitolo esplora un mondo collassato nel declino: la società di cui parla Fitzgerald è una società in decadenza. L’unica motivazione che Myrtle dà a Tom sulla loro relazione è: “Non si vive per sempre”. Nick Carraway rimane sia all’interno che al di fuori di questo mondo: sebbene sia disgustato dalla volgarità della festa, ne è troppo affascinato per costringersi ad andarsene. Diventa palesemente chiaro che Tom è sia un bullo sia un ipocrita: porta avanti una relazione di pubblico dominio, ma si sente costretto a battersi con la sua donna per tenerla al suo posto. Il fatto che Tom non provi nessuna colpa per la violenza esercitata nei confronti di Myrtle (sembra incapace di sentirsi del tutto colpevole) diventa cruciale nei capitoli successivi.