Sogno di una notte di mezza estate

Sogno di una notte di mezza estate Riassunto e analisi di - Atto IV

Riassunto

Atto IV, Scena I

Titania e Bottom, ancora con la testa trasformata in quella di un asino, entrano in scena seguiti dalle fate della regina. Bottom chiede alle fate di grattargli la testa e fa sapere loro che vuole del fieno come pasto. Titania, perdutamente innamorata di lui, ordina alle fate di trovargli il cibo richiesto, nel frattempo si addormentano insieme.

Oberon entra in scena e guarda la sua regina addormentata. Puck viene informato del fatto che poco prima, nel bosco, Titania ha consegnato al re il ragazzo da lui richiesto e quindi è tempo per lui di rimuovere l'incantesimo dai suoi occhi. Ordina a Robin di riportare Bottom alla normalità, ma prima sveglia Titania che alll'inizio pensa di aver sognato di essersi innamorata di un asino, ma poi vede Bottom ancora addormentato al suo fianco. Oberon la aiuta a sollevarsi da terra e le dice che il giorno seguente danzeranno alle nozze di Teseo e delle altre due coppie.

Teseo, Ippolita ed Egeo arrivano nel bosco con l'intenzione di celebrare i riti per l'arrivo della primavera e si imbattono nel luogo in cui gli amanti giacciono addormentati. Al loro seguito sono presenti anche i cani da caccia in preparazione alle cerimonie della giornata e nel vedere i giovani, Teseo li fa svegliare suonando i corni da caccia.

Gli amanti raccontano a Teseo ciò che ricordano della notte prima e Lisandro dichiara il suo amore per Ermia mentre Demetrio proclama il proprio nei confronti di Elena. Teseo decide di ignorare la volontà di Egeo e il suo intento di celebrare tre matrimoni quello stesso giorno. Ripartono infine tutti alla volta di Atene.

Anche Bottom si sveglia e si rende conto di essere stato abbandonato nel bosco dai suoi amici. Ricorda quello che gli è successo solo come un sogno per cui afferma: "Impiegherò Peter Quince a scrivere una ballata su questo mio sogno, e dovrà intitolarla 'Il Sogno di Bottom'”. Anch'egli poi fa' ritorno ad Atene.

Atto IV, Scena II

Gli artigiani si rammaricano del fatto che il matrimonio del Duca Teseo abbia già avuto luogo e loro abbiano perso l'opportunità di mettere in scena Piramo e Tisbi in occasione della cerimonia. Sopraggiunge infine Bottom che convince i suoi compari a sbrigarsi a prendere parte alla festa perché sono ancora in tempo per rappresentare la loro opera.

Analisi

La trasformazione da realtà a sogno emerge una seconda volta nell'Atto IV. Oberon dice a Titania che Bottom “non pensi agli accidenti di questa notte nient'altro che come al fiero travaglio d'uno sogno”. In effetti, è esattamente quello che Bottom ammette: “L'occhio dell'uomo non poté mai udire, né il suo orecchio vedere, né la sua lingua concepire o il suo cuore raccontare qualcosa di simile al mio sogno”.

É il modo in cui Bottom si rapporta all'incubo che risulta importante e interessante: non solo non gli provoca spavento ma vuole addirittura scrivere una ballata che lo racconti. E trasformare un incubo in lirica è cruciale per comprendere ciò che fece Shakespeare con Sogno di un notte di mezza estate: riuscì a mantenere la trama di base di Romeo e Giulietta trasformandola da triste tragedia in una commedia. Il drammaturgo aggiunge così un'ulteriore considerazione riguardo la natura delle opere teatrali e della recitazione, mostrando che essi possono essere il mezzo attraverso il quale le paure peggiori di ciascuno hanno l'occasione di alleggerirsi in ilarità.

La questione della duplicità viene presentata nuovamente in questo atto, ma per l'ultima volta. Come osserva Ermia: “Mi sembra che riguardando a questi avvenimenti gli occhi errino ognuno per proprio conto, e vedo doppio”. Questo commento viene pronunciato proprio dopo che Teseo ha ignorato il desiderio di Egeo per acconsentire invece che Ermia e Lisandro si sposino. La ragazza ha ragione nel dire che si tratta di una duplicazione dei matrimoni: invece di risolvere la confusione creatasi nella foresta, persiste il dubbio che Lisandro e Demetrio non siano stati in grado di distinguere Elena da Ermia. L'esito del doppio matrimonio rende semplicemente più indistinte le nuove differenze ed ecco perché Ermia si chiede se davvero sta ancora vedendo doppio.

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