L'importanza di chiamarsi Ernesto

L'importanza di chiamarsi Ernesto Riassunto e analisi di - Atto III, Scena I

Riassunto

All’interno della casa di campagna, Gwendolen e Cecily osservano il giardino dalla finestra. Arrivano Jack e Algernon. Le donne chiedono loro spiegazioni, decidono di perdonarli, ma poi cambiano subito idea perché il loro “nome rimane un ostacolo insuperabile”. Tuttavia, gli uomini rivelano che quella stessa sera verranno ri-battezzati e allora le due coppie si abbracciano e fanno pace. Arriva Lady Bracknell e Gwendolen la informa del suo fidanzamento, ma lei vieta a Jack di rivolgere la parola a sua figlia da quel momento in poi. Lady Bracknell chiede ad Algernon del suo amico Bunbury e lui risponde che è morto quel pomeriggio.

Jack presenta Cecily a Lady Bracknell e Algernon dice che si sono fidanzati. La frustrazione di Jack aumenta quando Lady Bracknell continua a mettere in dubbio la rispettabilità della famiglia di Cecily. Soltanto quando scopre che ha un grosso patrimonio la accoglie e acconsente al matrimonio. Tuttavia, Jack, in qualità di suo tutore, dice che Cecily non potrà sposarsi senza il suo consenso, che decide di non dare. Dice che sospetta che Algernon sia disonesto. Racconta gli eventi di quel pomeriggio, in cui Algernon ha finto di essere suo fratello e comunica che Cecily sarà sotto la sua custodia fino al compimento dei trentacinque anni. La giovane ribatte che non potrà aspettare così a lungo prima di sposarsi e allora Jack dice a Lady Bracknell che se lei acconsentirà al suo matrimonio con Gwendolen, allora lui acconsentirà a quello di Cecily e Algernon. Lady Bracknell rifiuta la proposta e dice a Gwendolen di prepararsi per prendere il treno.

Chasuble entra e annuncia di essere pronto per i battesimi. Lady Bracknell non permette ad Algernon di battezzarsi e Jack dice a Chasuble che non sarà più necessario per nessuno dei due. Allora il prete fa per andarsene, dice che Miss Prism lo sta aspettando. Lady Bracknell conosce Miss Prism e dice di aver bisogno di parlarle, così lei arriva e quando la vede, impallidisce. Lady Bracknell l’accusa di aver rapito un bambino da casa sua ventotto anni prima e quando Jack chiede spiegazioni, Miss Prism dice di aver lasciato accidentalmente il bambino in una borsa sulla linea ferroviaria di Brighton. Jack se ne va emozionato.

Torna con la borsa: Miss Prism riconosce che è sua e Jack dice che quel bambino era proprio lui. Lady Bracknell informa Jack di essere figlio di sua sorella, perciò è il fratello maggiore di Algernon. Jack chiede a Lady Bracknell quale fosse il suo nome di battesimo e lei dice che gli diedero lo stesso nome di suo padre, ma né lei né Algernon ricordano quale fosse. Vanno a cercarlo negli annuari dell’esercito dato che era un generale: Ernest John Moncrieff. Gwendolen è al settimo cielo e le tre coppie (Chasuble e Miss Prism, Algernon e Cecily e Jack e Gwendolen) si abbracciano. Jack dice a Lady Bracknell che per la prima volta ha capito come sia “vitale l’importanza di chiamarsi Ernest”.

Analisi

L’ironia di Wilde esplode nel turbinio delle rivelazioni dell’ultimo minuto. Come dice Jack (o Ernest): “è terribile per un uomo scoprire che per tutta la vita non ha detto altro che la verità”. I vari conflitti sorti dalle bugie si risolvono quando alla fine si scopre che, per gran parte, non si trattava di bugie. Jack è davvero Ernest e Algernon è davvero il fratello cattivo.

Ma se le bugie dell’opera sono vere, allora cosa si può dire delle supposte verità? Molte di queste verità, soprattutto sociali, sono bugie. Per esempio, il fatto che improvvisamente Cecily piaccia a Lady Bracknell quando scopre del suo patrimonio personale, è una bugia: indossa la “maschera delle buone maniere” per nascondere il suo ovvio materialismo. L’attacco più concreto di Wilde è nei confronti del matrimonio come strumento sociale e pone ostacoli ancora più assurdi nell’atto finale: Jack sarà tutore di Cecily fino ai trentacinque anni e Gwendolen non vuole sposare Jack finché non ha dimostrazione del fatto che il suo nome sia Ernest. Questi due esempi dimostrano quanto sia assurdo che l’estrazione sociale sia un ostacolo al matrimonio.

In questo atto emerge la maestria strutturale di Wilde: ciò che prima era una battuta (riguardo il fatto che non fosse importante la linea su cui Jack è stato abbandonato, come aveva detto Lady Bracknell) si rivela essere un’informazione cruciale perché Jack possa sapere quali siano davvero le sue origini. Queste rigide strutture drammatiche consentono al pubblico di perdonare l’assurda coincidenza per cui Jack sia in possesso degli annuari dell’esercito (resa ancora più assurda quando spiega che si tratta di “deliziosi volumi che avrebbero dovuto essere oggetto del mio costante studio”). Anche l’unione di Chasuble e Miss Prism è positiva, anche se Wilde li ha descritti in modo così serio, come una coppia perfetta, che si ignora il loro abbraccio fuori dagli schemi.

È inoltre da notare l’uso continuo di contrasti e cambiamenti: Gwendolen e Cecily cambiano idea ripetutamente all’inizio dell’atto, giurando che non avrebbero più parlato ai due uomini per poi farlo subito dopo. Questo aspetto viene riassunto al meglio quando Gwendolen chiede a Cecily se forse dovrebbero perdonarli e lei dice: “Sì. Voglio dire no”. Wilde non sta usando queste inversioni di marcia a puri scopi umoristici, ma vuole dimostrare l’assurdità delle decisioni romantiche del cuore quando si intrecciano con ancora più assurde convenzioni sociali.