L’importanza di chiamarsi Ernesto è in primo luogo e soprattutto una farsa, una commedia di costume il cui obiettivo primario è quello di divertire il pubblico e non di farlo riflettere. In quanto tale, non è meno radicata in un momento storico o in un luogo preciso di quanto non siano tante altre opere. Tuttavia, presenta alcuni riferimenti agli eventi storici dell’epoca che suggeriscono una società turbolenta sotto la lucentezza apparente dei personaggi che Wilde descrive. Una delle critiche principali all’opera è che sia forma senza contenuto e che non tratti con la dovuta serietà i problemi sociali (cosa che ovviamente coincide con l’estetismo a cui aderisce Wilde). In una recensione contemporanea, il drammaturgo socialista George Bernard Shaw reagì a L’importanza di chiamarsi Ernesto con freddezza apparente: preferirebbe pensare che le persone sono capaci di dire qualcosa che non siano sciocchezze.
Tuttavia, alcuni degli argomenti brevemente accennati nell’opera indicano problemi politici più ampi che furono oggetto di accese discussioni all’epoca in cui fu scritta. Tra questi si trova la questione dell’autogoverno per l’Irlanda: William Gladstone generò una controversia nel 1886 quando impegnò il partito liberale a sostenere l’autogoverno dell’Irlanda nel contesto dell’Impero Britannico. Un controverso disegno di legge per l’autogoverno fu soppresso dalla Casa dei Lord solo due anni prima della produzione di L’importanza di chiamarsi Ernesto. Così come Lady Bracknell esamina l’adeguatezza di Jack in qualità di partner per Gwendolen, chiede anche del suo orientamento politico. Jack è un unionista liberale e quindi è un liberale che non sostiene l’autogoverno. Lady Bracknell appare sollevata e dice: “Oh, sono considerati conservatori. Ne abbiamo spesso a cena”. La distinzione politica conta soltanto per quanto possa influire sulle relazioni sociali di Lady Bracknell e non riguarda assolutamente il fatto che l’autogoverno possa essere giusto o meno per l’Irlanda.
L’unico motivo per cui i personaggi di Wilde si infiammano su temi politici riguarda la possibilità che possa disturbare il loro stile di vita edonistico o la gerarchia sociale a cui si sono abituati. La minaccia di una rivoluzione come quella francese è un avvertimento che incombe sulla società inglese. Lady Bracknell è eccessivamente preoccupata quando sente dire che Bunbury è morto in un’esplosione: “Esplodere? È stato vittima di un attentato rivoluzionario? Non sapevo che questo signor Bunbury si interessasse di leggi sociali. Se è così, ha avuto quel che si è meritato per le sue debolezze”. Il suo disagio riflette un senso generale di paura riguardo le rivolte sociali degli anni Novanta dell’Ottocento, in particolare a seguito di una rivolta operaia avvenuta a Trafalgar Square nel 1885. La parola “debolezze” descrive perfettamente l’atteggiamento che i personaggi di Wile assumono verso la politica. È difficile per loro capire un interesse in qualcosa che fino a quel momento è stato eliminato dai loro piaceri quotidiani.
Infine, sarebbe scorretto suggerire che L’importanza di chiamarsi Ernesto sia una farsa universale e superficiale senza alcun legame con il contesto storico in cui fu scritta. Tuttavia, i riferimenti di Wilde alle problematiche cruciali del suo tempo sono normalmente oscurati dalle preoccupazioni irrilevanti dei suoi personaggi.