Il piccolo principe

Il piccolo principe I temi

Comprensione

Quando la volpe dice: "L'essenziale è invisibile agli occhi", il piccolo principe ripete la frase per imprimerla bene nella sua mente, espediente che serve all'autore per rimarcare l'importanza di questo enunciato ai fini del messaggio del racconto. Lo aveva già fatto iniziando il libro con i disegni di un boa constrictor "dall’interno" e "dall’esterno", forse per comunicare ai lettori che ogni creatura nasconde un tesoro, un mistero da scoprire: al di là delle apparenze, è lo spirito che va visto con il cuore. La comprensione non viene dai numeri, dalle statistiche o dai risultati mondani, ma piuttosto dall’amare qualcuno o qualcosa (anche se imperfetto) e investire tempo su di esso.

Impegno

L’impegno è ciò che rende unica una relazione: in un giardino possono esserci centinaia di rose simili a quella che il piccolo principe ha lasciato sul suo pianeta ma il suo fiore è unico perché lo annaffia, lo protegge e lo “addomestica”. La volpe, che spiega al principe come addomesticare qualcosa, aggiunge: “Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”. È grazie all’impegno che si investe in una relazione che la propria esperienza del mondo cambia; la mente crea connessioni. Per esempio, visti il desiderio del principe di addomesticare la volpe, l’interesse dell’aviatore nei confronti del ragazzino e l’impegno che quest’ultimo concentra nella cura della sua rosa, il mondo si riempie di segni: i campi di grano ricordano i biondi capelli del principe, le stelle sono campane che richiamano la sua risata e il cielo è pieno di pianeti dove vecchi pozzi scricchiolano perché su uno di essi vive un pilota che aveva trovato un amico nel deserto.

Domesticazione, amore e separazione

Tutti i lettori de Il piccolo principe ricorderanno sicuramente la lezione della volpe: "Se tu vuoi un amico, addomesticami". È attraverso questo insegnamento che il piccolo principe capisce cosa prova nei confronti della sua rosa: "[...] credo che mi abbia addomesticato…". Il principe capisce che, addomesticando la sua rosa, è riuscito a distinguerla da tutte le altre: per lui la rosa è ormai “unica al mondo”. Con queste parole Saint-Exupéry vuole far capire ai lettori che i nostri occhi da soli non possono percepire l'unicità di un individuo o di una cosa: chiusi nell’involucro dell’apparenza, è solo dopo la domesticazione che è possibile conoscerne e apprezzarne la preziosità. Ci vorrà tempo, pazienza e contemplazione perché il piccolo principe comprenda i suoi sentimenti nei confronti della sua rosa. Tuttavia, Saint-Exupéry suggerisce che il piacere di una relazione può terminare con il dolore della separazione. Domare una creature significa essere consapevoli che un giorno potrebbe scomparire. La scomparsa futura della sua rosa è ciò che immerge il piccolo principe nella malinconia e lo spinge a lasciarsi mordere dal serpente.

Diventare adulti

Purtroppo, con l’età, i bambini perdono il dono che permette loro di vivere in modo naturale in connessione con la mente; diventano "persone grandi", il cui unico cruccio è l'utilità. Intrappolati dal materialismo e dal senso di importanza, magari conducendo un'esistenza volgare imprigionati nella vanità, nell'avidità o nella pigrizia intellettuale, giudicano qualcuno dal suo abito, valutano la bellezza di una casa dal prezzo e pensano di conoscere un nuovo amico dal reddito del padre. Eppure, il bambino di ieri non è scomparso per sempre: è solo assopito e un’esperienza come l’incontro dell’aviatore con il piccolo principe permette al bambino che è in lui di risvegliarsi. Nel raccontarci la storia del piccolo principe, Saint-Exupéry introduce anche temi importanti che definisce binari: visibile e invisibile, adulto e bambino, spazio e tempo, domande e risposte, felicità e dolore.

Insensatezza e paura del tempo

Nel corso della narrazione, il principe accenna all’importanza di avere uno scopo. Quando viaggia sui diversi pianeti scopre che la maggior parte degli adulti fa cose senza una spiegazione logica. Per esempio, quando il principe chiede all'uomo d'affari perché voglia possedere tutte le stelle, questi risponde che in seguito le metterà sul suo conto bancario. Il ragazzino è sconvolto: non capisce gli adulti e il loro bisogno di fare cose senza uno scopo. Più tardi, il principe incontra l'ubriacone, che afferma di bere perché si vergogna ma il principe considera illogico e insensato il suo comportamento. Il principe è un personaggio curioso che vuole sempre capire perché le persone si comportano in un certo modo ma man mano che la storia procede, i lettori si accorgono che gli adulti devono sforzarsi per cercare di rispondere alle sue domande profonde e questo perché loro stessi non hanno idea di quali siano le risposte. Successivamente, nel capitolo XXIII, il principe incontra un venditore che vende pillole in sostituzione dell'acqua potabile e quando gli chiede perché qualcuno dovrebbe prendere la pillola al posto dell'acqua, egli risponde che bere l'acqua richiede molto tempo. La domanda seguente posta dal ragazzino riguarda allora quale sia l’utilità di questo tempo risparmiato ma il venditore non sa rispondergli. Ciò rivela come le persone abbiano paura di perdere tempo, eppure senza una ragione razionale.

Curiosità

Una delle virtù lodate da Saint-Exupéry è la curiosità. Essa è ciò che contraddistingue il carattere del principe e allo stesso tempo la sua scarsità è ciò che caratterizza la maggior parte dei personaggi adulti. La curiosità è una qualità solitamente associata ai bambini e il principe non fa eccezione. È curioso riguardo al suo fiore, curioso verso gli altri mondi e curioso delle stelle e dei tramonti. Indaga in merito al motivo per cui le persone fanno le cose e insiste con le sue domande finché non ottiene una risposta. La maggior parte degli adulti, al contrario, si accontenta del proprio quieto vivere: scrivono libri ma non esplorano il mondo, dirigono i treni senza andare da nessuna parte e accendono i lampioni secondo un brutale programma, ignorando completamente la comprensione di altri mondi. L’aviatore ha difficoltà a sperimentare di nuovo la sua curiosità infantile finché non incontra il principe, che consente al suo amico più vecchio di farla riemergere, mostrandogli così un modo diverso di vivere.

Natura

Per quanto sia un tema minore, quello della natura permea tutto il racconto: dovrebbe essere rispettata e apprezzata. Il principe si prende cura amorevolmente della flora e della fauna sul suo pianeta e le protegge dagli insidiosi baobab. Egli spazza i camini dei suoi vulcani nonostante uno sia inattivo, ammira riverentemente le stelle e i tramonti e non produce nessun impatto deleterio sulla natura ma piuttosto la abita delicatamente. Gli adulti che incontra invece sono indifferenti alla bellezza della natura o, forse più pericolosamente, pensano di disporne come vogliono e controllarla. Il re si vanta di poter far sorgere e tramontare il sole mentre l’uomo d’affari afferma di poter padroneggiare delle stelle. Saint-Exupéry incita i suoi lettori a comportarsi come il piccolo principe nei confronti della natura e non come gli adulti.